PROLOGO: New York, 20 Miles, recitava il cartello.

 

Il Cartello attirava l’attenzione perché era l’unica cosa che non presentasse segni di distruzione nell’arco di quelle venti miglia.

La strada era ridotta ad un nastro di crateri e autoveicoli rovesciati e fiammeggianti. I cadaveri dei passeggeri spuntavano dai parabrezza, dai finestrini, dalle portiere aperte in un ultimo tentativo di fuga. Carbonizzati, morti di infarto, riversi sul volante... Una macabra teoria senza fine di turisti per l’inferno.

In distanza, il profilo della città più famosa degli Stati Uniti mostrava simili segni di distruzione. Numerosi incendi  stavano consumando la skyline, i loro fumi si erano condensati in una nera nuvola. Il silenzio, rotto solo dal rumore delle fiamme, era anche più assordante dell’occasionale crollo dei pochi edifici rimasti intatti. I soli testimoni viventi di quella tragedia, immobili nel deserto di morte dell’autostrada, erano sei individui molto singolari: una creatura umanoide dalla carnagione bianca come il gesso, con indosso un costume blu e giallo con un ampio mantello pure giallo. Una donna -più una ragazza, se l’aspetto contava qualcosa- con indosso il costume dell’Uomo Ragno. Una creatura completamente avvolta da un mantello blu; dal cappuccio spuntava il volto di un giovane di colore. Un uomo magro in un costume bianco con le spalle e la testa nera. Una donna dalla pelle coperta di squame gialle ed i lunghi capelli verdi. E infine, un uomo bardato di una versione del costume del celebre Thor.

Fu la giovane nel costume da Uomo Ragno a dire, “Qualcuno sa dirmi cosa sta succedendo?”

 

 

MARVELIT presenta

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Episodio 1 - Il fallimento non è un’opzione

Di Fabio (l’Organizzatore) Furlanetto e Valerio (il Mezzemaniche) Pastore

 

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-Cercherò di spiegarvelo nel modo più semplice possibile, Exiles – disse una voce dietro al gruppo. Tutti e sei si voltarono all’unisono...

...E si trovarono davanti ad un omino. Il ritratto vivente del piccolo burocrate, bassotto, sovrappeso, dai capelli neri minacciati da una calvizie avanzata. Indossava un paio di pantaloni grigi, scarpe italiane nere, camicia bianca coperta da un gilet pure grigio di foggia antica. Da una tasca spuntava quella che sembrava la catenina di un orologio.

C’era solo una cosa che non andava in quella figura, tecnicamente parlando: i suoi occhi erano due pozzi neri, freddi.

-Io sono l’Agente Temporale, e voi siete Morph, Spider-Girl, Cloak, Flashback, Marrina e Thor, gli Exiles appunto. Quanto all’evento in corso... Be’, è semplice: i Marziani stanno portando a termine l’invasione della Terra, dopo che l’ultimo tentativo dei super-esseri di questo mondo per fermarli una volta per tutte è fallito. Tocca a voi riuscire dove loro hanno fallito. Domande?

-Solo una- disse “Thor”, avanzando fino a mettersi faccia a faccia con il sedicente Agente Temporale. Per quanto lo sovrastasse di una buona spanna, e lo stesse fissando con un’espressione decisamente minacciosa, l’omino non batté ciglio.

-Che razza di scherzo è questo ?

L’Agente non smise quel sorriso condiscendente, e decisamente irritante.

-Nessuno scherzo, ve lo assicuro. Ognuno di voi viene da una Variante diversa, e se non ci credi puoi chiedere ai tuoi compagni di narrarti la loro vita. Siete stati selezionati perché i vostri talenti sono fondamentali per impedire che il mondo cada per sempre nelle mani di una specie il cui solo scopo è la distruzione dell’umanità. Pensi di essere all’altezza, Dargo Ktor, o le tue vanterie sono solo un bluff?

I muscoli del braccio che reggeva il mitico martello Mjolnir si gonfiarono pericolosamente.

-Preferirei sapere perché noi. I supereroi di questo mondo sono scomparsi? Non esistono?

-Quasi tutti i superesseri sopravvissuti, pochi a dire il vero, sono allo sbando, e di essi solo due potrebbero fare la differenza... Uno di loro è impegnato, insieme ai maghi ancora vivi, ad impedire che le forze oscure, approfittando dello squilibrio che questa guerra ha portato, possano conquistare il mondo. L’altro sta organizzando un ultimo piano, ma se le forze marziane non verranno distratte, anche lui cadrà, ed allora la Terra sarà davvero finita.

Flashback incrociò le braccia, e sotto la maschera alzò gli occhi al cielo.

-Potresti essere un po’ più vago ? Dicci cosa è successo qui, invece di parlare come un biscotto della fortuna...

-Il Tallus vi condurrà all’obiettivo, Gardner Monroe. Ma per alcuni di voi, quello che è successo in questa guerra è storia... vero, May Parker?

La ragazza sembrò irrigidirsi, anche se la maschera impediva di vedere la reazione sul suo volto. Chi l’avesse conosciuta bene avrebbe avvertito l’insicurezza nel suo tono di voce.

-Ehi, piano con i nomi, alcuni di noi hanno anche un’identità segreta. Comunque sì, mi è familiare: mio padre me ne parlò... ma era stato diverso. I marziani erano stati respinti, anzi, annientati completamente.

-Da un dispositivo chiamato Bomba al Betatrone – annuì l’Agente Temporale – Un’arma di distruzione di massa planetaria. Nella Variante 920, la sua detonazione ha sterminato i marziani e salvato miliardi di esseri umani. Ma in questa Variante...

-“Variante” ? – ripeté Cloak.

-Linee temporali – chiarì l’Agente Temporale.

-Credevo che la nostra linea temporale si chiamasse “Terra 616” – ricordò Marrina.

-Oh sì, è un termine molto di moda nella Variante 113...una delle linee temporali che ha generato più Varianti. Alcuni viaggiatori del tempo usano ancora quella dicitura assurda, ma noi abbiamo smesso da tempo di... – iniziò a divagare l’Agente Temporale.

-“Noi” ? – chiese Morph alzando un sopracciglio.

-Ancora non ci hai detto che cosa è successo agli eroi di questa “Variante” – incitò Morph.

-Giusto. Parecchi eroi sono morti per colpa del fallimento della missione: i marziani hanno distrutto la nave che portava la bomba, insieme a chi doveva proteggerla. Da quel momento, è stato come una reazione a catena: lo scoramento ha preso possesso dei comandanti della difesa, le barriere sono cadute una ad una, la gente disorientata e nel panico ha offerto innumerevoli facili bersagli… Fino a questo – Un ampio cenno del braccio mostrò il panorama devastato – Siete naturalmente liberi di abbandonare la missione

E qui quel suo sorriso si accentuò, assumendo una sfumatura sinistra:

-Ma se posso permettermi di darvi un consiglio, pensateci bene. Chiedete pure consiglio a Morph, lui è il solo veterano fra di voi. E ora, buona giornata e buon lavoro – concluse scomparendo, semplicemente senza un suono, come se non fosse mai esistito.

Cinque teste si voltarono verso il giovane dalla pelle bianca... cioè, verso un grosso coniglio bianco in calzoni e cravattino straordinariamente somigliante a Roger Rabbit.

-P-p-p-per favore, ragazzi. Ne vogliamo parlare con calma? – E agitò flebilmente una bandierina bianca.

-Facciamo così – sibilò Flashback – Cerca di essere convincente!

Tornato alla forma originale, Morph sospirò.

-Dunque, tutto quello che so è il percome – ed assunse la forma di Mosè con in mano le Tavole dei Comandamenti.

-Ma il Grande Perché mi è ignoto. Dunque, vedete questo bel braccialetto luccicante al mio braccino? – e mostrò un bracciale dorato sulla cui sommità spiccava una sorta di gemma ovale scarlatta e lucida come uno specchio. Morph realizzò solo in quel momento di averlo, e fece letteralmente una faccia da Dick Tracy -Oh, cripperi. Ad ogni modo, questo è il Tallus, l’ultimo grido in fatto di istruzioni & sensori portatili. È la voce del padrone, per così dire –  e divenne il cagnolino del marchio discografico. -Se abbiamo bisogno di informazioni sulla corrente missione, ci pensa il Tallus a darcele. Scopo di ogni missione è ‘correggere’ la storia. Letteralmente.

-E per quale motivo siamo stati scelti proprio noi ? – chiese Cloak rifugiandosi all’interno del proprio mantello – Non è che io abbia una gran voglia di andare in giro per avventure.

-Ecco, l’Agente Temporale non è mai stato molto chiaro su questo – rispose Morph, sulla cui testa apparve un cappello dalla scritta “asino” – Pare che tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana, ci sia stato un bel casino temporale. La reazione a catena ha scollegato dal tempo della gente, così a caso. L’Agente Temporale preleva quelle persone e, dopo un po’, le fa tornare al proprio posto.

-Credevo avesse detto che ce ne possiamo andare quando vogliamo – ricordò Spider-Girl.

-Teoricamente sì, ma... – prese tempo il mutaforma.

-Questo non mi rassicura molto – disse Marrina a muso duro – Ho un marito, da dove vengo, e un Impero da gestire insieme a lui! Namor solleverà gli oceani pur di ritrovarmi, scatenerà una seconda guerra al mondo di superficie, più devastante della prima!

Morph divenne un corvo ed atterrò sulla spalla della guerriera in armatura.

-Il problema è che tornare a casa prima del dovuto è moooolto pericoloso. In cambio della fatica necessaria per rimandarci indietro, l’Agente Temporale richiede solo che si salvi l’universo di tanto in tanto...che male c’è?

-“Non che tornare indietro mi interessi molto- disse Cloak, con una voce agghiacciante. Se fosse triste o rancoroso era impossibile dirlo - Nella mia linea temporale, Atlantide ha sì conquistato il mondo, ma solo come fantoccio del dio Set. La mia Tandy è stata trasformata in una delle Spose di quel serpente maledetto, l’umanità è diventata una razza di uomini-serpente senza mente. E niente potrebbe rimediare a un simile orrore- spostò lo sguardo sugli altri Exiles -Se posso impedire che un solo altro mondo soffra un simile fato, accetto volentieri di fare la mia parte.

Flashback sembrò pensarci su, la mano avvolta intorno al mento.

-Non che ne sia veramente entusiasta, ma non tornerò indietro con la dicitura ‘cacasotto’ sulla fronte. Sono dei vostri.

Spider-Girl si fece avanti a sua volta.

-Papà mi ha insegnato, ed io l’ho imparato presto, cosa significhi la responsabilità che viene dal potere. Non abbandonerò questo mondo, costi quel che costi.

-Namor ha combattuto una guerra rispettando certi codici – annuì Marrina - Non sarebbe mai arrivato...a tutto questo. E se lui è morto in questo mondo, lo vendicherò spazzando via i marziani.

-Su una cosa hai assolutamente ragione, Morph – disse Thor, brandendo il martello in alto – Se c’è da combattere per una giusta causa, sarò al tuo fianco fino alla fine!

Morph mostrò un sorriso di circostanza, che sperò essere sincero ai loro occhi. Non aveva detto proprio tutto, ma aveva senso avvertirli che un’altra squadra di Exiles era già stata in questa linea temporale, e che alla fine solo lui ne era uscito sano e salvo per miracolo?

 

Istituto Xavier per Giovani Dotati, Salem Center, Westchester County

 

Ovvero, quello che ne era rimasto: pochi mozziconi di rovine intorno ad un colossale cratere ardente.

Una scintilla apparve nell’aria, davanti a quello che era stato l’ingresso principale dell’Istituto. La scintilla fu sostituita da un groviglio di tessuto blu. Poi quel tessuto si aprì del tutto, rivelando Cloak e coloro che aveva teleportato.

Immediatamente, Spider-Girl si mise a correre dietro un cespuglio vicino. Tutti la udirono vomitare rumorosamente. Anche Flashback era alquanto pallido.

-Io...non credo di avere mai avuto un’esperienza simile...

Guardò verso Cloak, forzando un sorriso di circostanza per l’arcigno teleporta.

-Uh… gran bel potere ?

-Grazie...credo. Morph, cosa dovremmo fare qui, intrepido leader?”

Morph si guardò intorno, sconcertato. Attivò il Tallus, sperando che le letture contraddicessero in qualche modo i loro sensi...

Niente. I cadaveri di alcuni X-Men, smembrati e carbonizzati, erano cadaveri. Il cratere era profondo fino all’ultimo livello. L’istituto era stato distrutto oltre ogni possibile recupero.

-Hm, speravo di trovare qui almeno un indizio per trovare i nostri salvatori del mondo...ma il Tallus non dice nulla.

-Cosa è in grado di fare, esattamente?- chiese Spider-Girl, finendo di calarsi la maschera.

Morph contemplò l’oggetto: -Come ho detto, si limita a dare informazioni sulla missione e su quanto ad essa correlata. Avete presente il super che dovrebbe aiutarci menzionato dall’Agente Temporale? Il Tallus dice che si tratta di Jean Grey, ma non so perché o percome – disse diventando identico all’immagine stereotipata di Sherlock Holmes. -E non mi dice neppure dove potrei trovarla...

-Scusa se ti interrompo, capo, ma abbiamo problemi in vista!- esclamò l’eroina -Il senso di ragno sta dando fuori di matto…YEOW!

Un rapido salto all’indietro le impedì di diventare un mucchietto di cenere, mentre il suolo da lei occupato un secondo prima veniva vaporizzato da un colpo al plasma!

-E da dove cavolo sono venuti fuori?!-  fece Flashback, alla vista delle tre inconfondibili macchine volanti marziane!

-Ha una qualche importanza?- Thor usò il martello per parare un colpo. Cloak si frappose davanti a Spider-Girl, spalancò la sua cappa e il nero vuoto di cui era fatto il suo corpo assorbì facilmente un altro colpo di energia.

-Flashback, distrai i dischi! Ora!- urlò Morph. Il mutante canadese, bene addestrato dai militari del Dipartimento H, obbedì all’istante. Sapeva rispondere bene agli ordini, e lo dimostrò generando istantaneamente cinque copie di sé stesso in altrettanti differenti punti.

Questo ebbe l’effetto di confondere i piloti nemici. I cannoni flessibili sul dorso dei dischi si agitarono in varie direzioni, cercando invano di capire dove fosse il trucco, visto che per i loro sensori tutte le copie erano assolutamente identiche all’originale. Nel dubbio, si prepararono a colpirli tutti...

Il colpo di Mjolnir ne trapassò uno come se fosse stato fatto di compensato! Mentre una serie di esplosioni lo scuoteva dall’interno, il disco precipitò nel cratere dell’Istituto.

Gli  altri due dischi mirarono a Thor, al momento disarmato… E il cannone del secondo disco fu centrato con forza da un tridente dorato.

Cloak scomparve avvolgendosi su sé stesso. Un attimo dopo, il terzo disco vacillò e cadde a terra, privo di controllo.

Stessa sorte toccò all’ultimo disco un attimo dopo.

-Cloak..?- chiese Flashback, mentre le sue copie svanivano- Cavolo, non sarà..?

La familiare figura ammantata apparve dietro di lui. In mano, reggeva il tridente di Marrina.

-Immagino che sia tuo - disse, porgendoglielo.

Lei lo prese, e alla pressione di un pulsante, l’arma si ridusse a dimensioni tali da essere riposta nella custodia dietro la schiena.

-D’accordo, non voglio sapere cosa hai fatto- disse Spider-Girl -E ora, che si fa? Non possiamo restare qua a fare da bersagli immobili. La loro cavalleria arriverà fra poco.

Morph ci rifletté su....e schioccò le dita: -Massì, che scemo. Perché non ci ho pensato prima? Cloak, prossima tappa: Isola di Genosha!

La proposta fu accompagnata da un sospiro contrariato del resto del gruppo in un momento che, se non si fossero trovati su un mondo alla vigilia dell’apocalisse, sarebbe anche stato divertente.

 

Sita nell’Oceano Indiano, Genosha ospitava l’omonimo centro urbano con la maggiore concentrazione di mutanti al mondo. Nata inizialmente come società basata sullo sfruttamento schiavistico di tali mutanti, si era trasformata in una democrazia dopo il rovesciamento del suo regime. Dopo alterne vicende, uno dei più potenti  mutanti del  mondo ne aveva preso il controllo, diventandone il più feroce protettore. E nessuno era stato abbastanza pazzo da attaccarla, da allora... nessuno su questo mondo.

I marziani avevano tutte le ragioni di temere Genosha, e i loro attacchi erano stati particolarmente feroci. Eppure, i danni erano stati contenuti, grazie alla militaresca efficienza ed al potere del Presidente. Ironicamente, questi aveva ‘reclutato’ fra le prime linee di difesa proprio quelle armi che gli esseri umani avevano concepito per sterminare i mutanti: le Sentinelle, gli stessi giganteschi robot che in quel momento stavano validamente tenendo testa ad una flotta di astronavi, appoggiati da una squadra di mutanti volanti. I mutanti distraevano i dischi, mentre le Sentinelle finivano il lavoro con micidiale precisione.

 

Dalla sommità della Torre Presidenziale, il signore di Genosha, bardato nel familiare costume rosso e viola dall’ampio mantello, osservava soddisfatto l’ennesima disfatta del nemico…

-I miei complimenti, Magneto- disse una voce dietro di lui, facendolo voltare di scatto, le mani crepitanti di energia.

-E voi chi siete?!- chiese, pronto a tutto.

-Amici, giurin giuretta- disse Morph, in tutto simile ad un boy-scout -Rilassati, Erik. Siamo qui per aiutarti a salvare il mondo.

Sotto lo sguardo del signore del magnetismo, mentre Flashback vomitava sulla poltrona presidenziale, Morph alzò gli occhi e trasformò le mani in un ciak.

-Questa possiamo rifarla, vero ? Si perde parecchia poesia così...

 

 

Lo schermo mostrò una lunga serie di immagini di super-esseri sterminati dai marziani. L’Uomo Ragno, Cloak & Dagger, Flashback e Thor risultavano fra i caduti. Marrina, in una schermata a parte, risultava morta anni prima, uccisa, secondo la scheda, proprio da Sub-Mariner...

-Secondo i miei telepati- disse Magneto, in piedi davanti alla grande vetrata panoramica -voi siete effettivamente chi dite di essere. O così credete. E credo alla prima possibilità: ai marziani manca la fantasia per elaborare una trappola così arzigogolata. Allora, in che modo voi sei sapreste fare quello che tutti i super-esseri di questo mondo non sono riusciti a compiere?

-Jean Grey- disse Morph, cupo in volto.

Magneto sospirò.

-Già. Immaginavo che c’entrasse qualcosa… Ma temo che siate arrivati troppo tardi.

-Troppo..?- Se possibile, Morph divenne ancora più bianco.

A un cenno di Magneto, si aprirono le porte di un ascensore.

-Seguitemi.

 

La stanza era situata nell’ultimo livello sotterraneo, protetta da pareti corazzate di adamantio secondario. Era parte di una catena di rifugi, forse il luogo più sicuro al mondo in quel momento. L’aria era pura, la temperatura perfetta, e le luci polarizzate per ridurre al minimo le sensazioni di stress.

Il corpo che giaceva in coma profondo su un letto candido strideva fortemente con quell’atmosfera di virtuale benessere. I lunghi capelli rossi di Jean Grey erano sparsi sul cuscino come un flusso d’acqua arrestato nel tempo. Sottilissime sonde formavano una delicata ragnatela di luce intorno al suo corpo, mentre le macchine, ben nascoste nelle pareti e nel pavimento, tenevano in vita un organismo che avrebbe dovuto essere morto da tempo.

-Il primo attacco all’Istituto uccise Xavier sul colpo. Solo lei impedì che lo sterminio fosse totale, ma lo sforzo fu terribile; la sua mente fu letteralmente sovraccaricata. Le funzioni superiori sono definitivamente compromesse. Gli X-Men che lei aveva salvato, per colmo di ironia proprio i membri della squadra originale, hanno preferito distrarre i marziani per farsi catturare, purché la mettessi in salvo.

Magneto si morse il labbro inferiore, serrando i pugni.

-Sto difendendo Genosha per lei. Per nessun altro. È solo questione di tempo prima che le nostre risorse si esauriscano. I sintetizzatori lavorano a pieno regime, ma il materiale da lavorare è sempre più ridotto. Alcuni telepati specializzati nella comunicazione animale riuscivano a garantire una buona pesca, ma i marziani hanno avvelenato il mare intorno a Genosha. Avete visto le nuvole? Sono banchi artificiali, e presto saranno abbastanza fitti da coprire del tutto il Sole sopra di noi, togliendoci l’energia. Vorrei essere più ottimista, ma Genosha è solo un piccolo villaggio che ancora resiste per pura testardaggine. Se anche i marziani ci lasciassero stare, non avremmo il potere o il numero per riconquistare il mondo- Si voltò verso gli Exiles. “Quindi, ve lo chiedo ancora una volta: cosa pensate di fare?

Fu Marrina a rispondere:

-È chiaro che non siamo stati scelti a caso. Morph, secondo te perché proprio Jean Grey?

-In questa realtà, così come nella mia, è la sola che abbia attirato l’attenzione della Forza Fenice; al punto che questa ne creò una perfetta copia. In seguito, la Forza Fenice si è manifestata in Jean più volte. E la Fenice è la sola cosa che potrebbe spazzare via in un colpo solo ogni singolo marziano da questo mondo senza fare ulteriori danni.

-Ma questa Fenice deve essere sottoposta ad un qualche controllo mentale, giusto?

-Eccome!- intervenne Flashback -Da dove vengo, non fu creata una copia: la Fenice si fuse con Jean Grey a tutti gli effetti, trasformandola in una dea cosmica. Con tutto quel potere, tuttavia, Jean divenne sempre più vittima delle sue passioni, e soprattutto della fame. Consumò cinque soli, uno dei quali quello degli Skrull, prima di essere fermata. Se priva di controllo, la Fenice è semplicemente una forza elementare inarrestabile.

-Fame...” mormorò Spider-Girl -Fame e mente...- voltò lo sguardo verso Cloak. Poteva avere il carattere impulsivo di una tipica adolescente, ma May Parker aveva anche ereditato l’intuito brillante di suo padre.

-Omioddio… Jean non è la chiave. È la tramite.

 

Himalaya

 

Qui, nel cuore del tetto del mondo, il cielo era ancora terso e spruzzato di banchi di nuvole bianche. Il vento fra le cime cantava la sua gelida canzone, la pace regnava in questo angolo del mondo devastato. Non vi era la minima traccia della presenza marziana, non qui dove il ‘cibo’ era scarso.

Ma se i marziani avessero cercato con attenzione, o meglio, se avessero avuto i mezzi adeguati, avrebbero trovato qualcosa.

Specificamente, un tempio -una imponente e antica struttura scavata nella roccia viva, collegata al mondo esterno da un singolo e tortuoso sentiero ben mimetizzato nel ghiaccio eterno…

 

La familiare luce di teletrasporto apparve nel mezzo dell’androne di ingresso, proprio davanti al portone.

-Ricordami di uccidere questo Agente, appena possibile- disse Spider-Girl -Poteva scegliersi un secondo teleporta, no?

-Doveva essere un bambino triste e solo- sbottò Morph, fissando il lungo corridoio -Speriamo che facciano presto, ade*

Una luce azzurrina riempì improvvisamente l’aria! I corpi degli Exiles furono come coperti da un fuoco dello stesso colore.

Poi, nell’aria davanti a loro, apparve un gigantesco occhio umano pure fiammeggiante, circondato da un cerchio di elaborati simboli. La cosa osservò i nuovi arrivati per un periodo di tempo indefinito, prima di chiudersi e scomparire.

Poco dopo, passi regolari echeggiarono fra le pareti di alabastro. Ogni passo portava con sé il suono di zoccoli. Ed emerse dalle ombre, nuda figura massiccia di muscoli, alta, coperta da una rada pelliccia verde e dalla testa di toro. E, a differenza del bovino, i suoi occhi brillavano di intelligenza e determinazione. Al suo collo, brillava un collare dorato al cui centro spiccava un Occhio di Agamotto.

-Io sono Rintrah. Benvenuti, stranieri.

Morph sorrise, trasformandosi in una versione di Kofi Annan.

-Veniamo in pace. Ci serve l’aiuto del Dottor Strange.

 

Due guardie del tempio, vestite di ampie tuniche verde e oro, servirono un tè speziato in tazze di porcellana per gli ospiti, che però non le guardarono neppure.

-Il Maestro non vi può aiutare- disse Rintrah - non può essere assolutamente distratto.

-Lo sappiamo. Se non lui- disse Marrina -Può andare bene chiunque altro possa aiutarci a mettere in contatto l’anima di Jean Grey con la Forza Fenice. È l’unico modo che abbiamo per fermare i marziani.

-La donna è ancora viva? – sussultò l’alieno mistico.

-Per ora sì, ma la sua mente è completamente andata. Solo il suo spirito può operare il collegamento, ma ci occorre un mago abbastanza dotato per effettuarlo.

-L’anima della mortale può mitigare la passione ancestrale della Fenice- scosse la testa Rintrah – ma in una simile situazione di squilibrio, sarebbe impossibile mantenere il controllo. Il rimedio sarebbe peggiore del male.

-Non vogliamo arrivare a questo- disse Morph -Vogliamo solo che Jean convinca la Forza Fenice a simbiotizzarsi con Cloak.

-Prego..?

Fu lo stesso eroe a rispondere: -La mia fame di luce un tempo era tenuta a bada da Dagger. La Fenice può placarla, e se lei mi accetterà come suo nuovo recipiente, potrò indirizzare la sua forza con il minimo rischio.

-Con una simile entità, il ‘minimo rischio’ non esiste: un errore significa l’estinzione dell’intero sistema solare! – esclamò Rintrah.

-Non fare nulla significherà la fine totale dell’umanità- tagliò corto Marrina -A quanto ammontano a tuttora le perdite? Presto saranno sull’ordine dei miliardi, e a quel punto niente di quello che Strange farà potrà rimettere le cose a posto! A meno che non disponiate qui e ora di una soluzione effettiva!

La creatura incrociò le braccia al petto, in posa meditativa.

-Non capite. Cloak non è ‘affamato’ nel modo in cui pensate voi. Quella che chiamate ‘fame’ è la natura della Dimensione Oscura a cui è permanentemente interfacciato. Gettarvi dentro la Forza Fenice causerebbe uno squilibrio terribile…a meno che Cloak non possieda una forza di volontà straordinaria…

-Ma se fossi aiutato dallo spirito di Jean Grey- disse Cloak -allora potrei farcela. Ci serve il vostro aiuto; ma dobbiamo fare presto. Se il corpo muore, la sua anima sarà persa.

-Hanno ragione, Rintrah- disse una nuova voce, pacata. Tutti gli sguardi andarono verso una figura umana che sembrava fatta di luce azzurra e bianca, eterea come uno spettro, ma perfettamente riconoscibile.

-E sarai tu, ad aiutarli. Vorrei anch’io che ci fossero altre soluzioni, ma ora più che mai dobbiamo confidare nei nostri amici, così come io ora più che mai confido in te.

Rintrah chinò il capo.

-Vi ringrazio della fiducia, Maestro. Io non vi deluderò.

La figura astrale del Dottor Strange scomparve.

-Questo sì che è stato un intervento breve- fece Spider-Girl.

 

 

Dove la sala infermeria del rifugio, a Genosha, era un moderno guscio ad alta tecnologia, la stanza in cui entrarono gli Exiles ed il loro anfitrione era praticamente una grotta. L’aria era secca, ma fredda da entrarti nelle ossa. L’unica luce veniva da una torcia alla parete, e trasformava le ombre in forme bizzarre e sinistre.

-Qui, nel cuore della montagna, il potere della terra è più forte, ci aiuterà a proteggerci- disse Rintrah, portandoli al centro della stanza.

-Senza contare qualche tonnellata di solida roccia- borbottò Flashback.

-La materia più solida è come impalpabile aria per un mago con il terzo occhio. Ed ora, ascoltatemi bene: il rito deve essere imposto all’interno del corpo di Cloak. Appena entrerò in contatto con l’anima di Jean Grey, entrambi saremo del tutto indifesi fino alla fine del rito. Toccherà a voi difenderci.

-Vuoi dire- Spider-Girl deglutì -Dentro Cloak?- Era sicura che quei due brevi ‘contatti’ con il sinistro teleporta le avessero procurato dei capelli bianchi.

-E…per quanto tempo?

-Per il tempo che sarà necessario- Gli occhi di Rintrah brillarono di una luce severa -Vi sono molti aspetti di quel luogo: uno è la sua capacità di stimolare e dare concretezza alle vostre paure. Jean e io non saremo in pericolo. Io ho le mie difese, e lei è priva di ogni emozione. Ma ci sono altre forze che abitano quel regno oscuro, e quelle forze non esiteranno ad eliminarvi. La posta in gioco è molto alta. Dovrete lottare come non mai per la vostra vita.

-Fermi tutti- alzò le mani Flashback facendo segno di time out -Capisco la fretta, ma forse state lavorando un po’ troppo di fantasia. Stiamo parlando della Forza Fenice, gente, un essere capace di mangiarsi intere stelle. Ed un tizio che si moltiplica, una ragazzina che si arrampica sui muri, una gladiatrice sottomarina, il cugino del sostituto di Thor ed un adulto che si fa chiamare Morph dovrebbero tenerla ferma ? Io non penso proprio !

-L’uomo di superficie ha ragione, questa è una missione suicida- concorda Marrina.

-Credo di poter usare Mjolnir per contrastare parte delle energie della Fenice… ho già un po’ di esperienza in viaggi nel tempo ed energie cosmiche…

-Credo, parte delle ed un po’ mi preoccupano non poco- replicò Flashback.

-La Fenice è un essere di purissima energia mentale, non sarà uno scontro fisico- chiarisce Rintrah.

-Qualcuno ha pensato a cosa faremo con tutto quel potere se riusciamo nell’intervento ?- chiese Spider-Girl.

Morph si appoggiò sulla sedia che un istante prima era il suo mantello, strofinandosi gli occhi.

-Odio fare il capo.

Rintrah mormorò qualcosa in una lingua incomprensibile. Un  attimo dopo, una luce intensa apparve sulla fronte degli Exiles.

-Forte- disse Morph.

-Questa luce sarà il collegamento che vi terrà uniti una volta entrati nella dimensione oscura. Condividerete le vostre paure e le affronterete insieme. È fondamentale che nessuno di voi sia lasciato solo con se stesso. E ora…- guardò Cloak.

Il giovane spalancò il mantello, rivelando ancora una volta la terribile oscurità.

Gli Exiles e Rintrah entrarono nel buio.

 

Era immobile, indifesa, eppure brillava come una stella, unico faro nel mare di tenebre. La sua figura stava sdraiata su un altare di pietra.

In piedi accanto a lei, stava un ragazzo di colore. Indossava una camicia bianca troppo ampia per lui, e un paio di blue jeans sformati. Il suo volto era immensamente triste, e la sua postura leggermente curva. Strisce di bianco si erano fatte largo nei suoi capelli neri.

Il ragazzo accarezzò dolcemente il volto di Jean Grey.

-È così bella… Mi ricorda tanto la mia Tandy.

-Tu sei Tyrone?- chiese Spider-Girl. Stentava, e non era la sola, a identificare quel relitto di uomo con il sinistro Cloak.

Tyrone Johnson sospirò -Cloak è quello che io ho sempre temuto di diventare, se la mia oscurità avesse preso il sopravvento. E ora che Tandy non c’è più…

-Tu tornerai alla luce, Tyrone- disse Rintrah -Sai quello che vogliamo fare.

-Lo vorrei tanto anch’io, ma l’oscurità non mi lascerà mai andare. E neanche voi.

Rintrah si avvicinò all’altare… e una serie di esplosioni si frapposero fra lui ed il suo obiettivo! Il minotauro sollevò istintivamente le braccia per ripararsi.

-Il cacasotto ha detto una sacrosanta verità, bovino!- rise una  voce dall’alto. -Come lo devi capire?

La luce sulla fronte degli Exiles brillò più intensa, mentre guardavano in direzione della luce.

-Norman…- sibilò Spider-Girl.

Era lì, in tutta la sua sinistra gloria e il sorriso assassino: l’originale Goblin, il folletto verde, il babau di May Parker fin dalla sua nascita. L’uomo che aveva, fino all’ultimo giorno della sua vita, tramato contro la famiglia Parker.

-Proprio io, piccina mia. E questa volta, non ci sarà papà ad aiutarti. Papà è morto nello spazio, e io sto facendo una fortuna insieme ai nuovi padroni del mondo- Goblin mise mano alla sua sacca, e ne tirò fuori una bomba-zuc*

-NO!- May si sentì mancare le ginocchia.

Non era una bomba-zucca, anche se le fumavano gli occhi vuoti e la bocca, distorta in un’ultima smorfia di agonia attraverso le lacerazioni della maschera.

-Trovo che mi sia riuscita molto bene, che ne dici?- disse Goblin, con gioia oscena, reggendo la testa di Peter Parker -Ma se la vuoi, puoi prendertela!- e, ridendo, la lanciò contro gli eroi.

Spider-Girl rimase immobile a guardare quell’incubo d’infanzia avverarsi  davanti  ai suoi occhi. Non aveva mai provato un senso di impotenza così terribile, così invinci*

Il tridente di Marrina intercettò la ‘bomba’, e velocissimo terminò la sua corsa contro il torace di Goblin!
-NO!- urlò il pazzo…un attimo prima di esplodere in una nube di fiamme e sangue.

 

Rintrah, nel frattempo, stava iniziando il rito. Le grosse mani posate sulla fronte e sul ventre di Jean, cantilenò una formula…

Una dopo l’altra, sette sfere di luce, ognuna di un diverso colore, apparvero in linea retta lungo il corpo della donna. Un gioco di linee geometriche avvolte da tre cerchi intrecciati si disegnò intorno al corpo.

«Invoco la tua essenza, Jean Grey. Che la forza dei tuoi Chakra possa guidare qui colei che una  volta ti salvò dall’abbraccio della morte.»

 

-Spero che non voglia farlo mettere su disco- disse Morph -Sembra un canto funebre cantato da un irlandese sbronzo.

-Basta che funzioni- disse Thor…un attimo prima di essere colpito da un tremendo fulmine!

Di nuovo le luci sulle fronti brillarono.

-Vile!- ringhiò l’originale Thor, puntando Mjolnir all’indirizzo di Dargo. -Il sacro potere ti è stato affidato perché proteggessi Midgard dal male, e questo è il meglio che sei riuscito ad ottenere!?

Solo a quel punto, gli Exiles si accorsero di essere fuori da Cloak, fuori dalla dimensione oscura. Erano di nuovo a New York, nel mezzo di un carnaio a cielo aperto oscurato da fitte nubi. I cadaveri coprivano le strade, i ratti si aggiravano grassi e arditi fra le loro nuove riserve di cibo, mentre nuvole di mosche enormi si pascevano sopra letti di vermi. C’era un silenzio pesante come piombo, e la puzza era indescrivibile.

Il Thor del domani squadrò duro il dio del passato.

-Questo è quello che non potevo evitare, arrogante bastardo! Ma cosa credevi? Che potessi vincere una guerra da solo, e magari con le  mani legate dietro la schiena?! Non ho mica l’aiuto del tuo paparino, vichingo maledetto!- Da qualche parte nella sua mente, Dargo  era stupito da quelle parole, che gli uscivano come un fiume in piena. Era come se una parte di lui avesse preso un’altra direzione…

 

-Tutta qui la paura del biondone?- fece Flashback, grattandosi la fronte. “Giocare ai voli pindarici con il suo predecessore? Meno male che non c’è Smart Alec al suo posto, o non ne usciremmo più vivi.

-Non ne usciremmo…- Morph, che fino a quel momento aveva assistito a quel dialogo surreale, spalancò gli occhi come se si fosse svegliato da un sogno. -Cristo, ci stanno facendo perdere tempo!- Il suo braccio si allungò velocissimo, mentre il pugno si dilatava in una mazza chiodata.

L’avatar di Thor fu colpito in pieno. Colto di sorpresa, cadde facilmente.

-Dargo, non metterti direttamente contro di lui: Rintrah è in pericolo, e non abbiamo un secondo da…Yowch!

Una saetta piovuta dall’alto lo perforò all’altezza del torace. La forza dell’impatto gettò Morph proprio fra le braccia di Thor.

-Cavolo- disse, contemplandosi la ferita -Era il costume buono, questo! E tu stai fermo, attaccabrighe!

Dargo, si stava preparando ad attaccare il suo omologo, ringhiò al mutaforma.

-Sei pazzo? È abbastanza potente da…- parò un nuovo colpo con il suo martello -Che ti dicevo?

Ma l’altro lo ignorò completamente.

-Flashback! Genera copie, tante copie, abbastanza da sommergerlo! Subito!

Intanto, Spider-Girl decise di fare la sua parte: saltellò intorno al Thor malvagio come un grillo. Questi cercò di colpirla, ma invano -impresa che gli riuscì ancora più difficile quando una  buona dose di ragnatela gli fu appiccicata al volto.

Morph disse -Gardner, so che normalmente puoi generare copie di te solo dal futuro, e che se una muore vuol dire che morirai a tua volta… Ma come Exile, esisti in uno stato fluido in tutte le linee temporali. Non importa quante copie vengono distrutte, nessuna apparterrà a te, perché nessuna verrà dal tuo tempo. Basta che ti concentri sulla linea temporale che ti interessa sfruttare!

Flashback esitò. Il suo sguardo volò verso Dargo, Marrina e la giovane eroina., che a stento tenevano a bada il vichingo impazzito.

-Insomma, recluta, fallo e basta!- urlò Morph, trasformatosi nel perfido sergente istruttore di ‘Platoon’.

-Se hai torto e muoio, me la paghi- borbottò l’eroe canadese, e si concentrò.

 

Thor riuscì a mettere a segno un pugno che non solo scaraventò via Dargo, ma lo sbatté anche contro i suoi compagni. Il dio sollevò il martello crepitante di energia.

-Ed ora, ignobili mortali, preparatevi a varcare le soglie del Niffleheim

Una mano coperta di nero picchiettò sulla sua spalla -Scusami l’interruzione, marinaio.

La sola risposta fu un roteare del braccio armato, e Mjolnir polverizzò la testa di Flashback.

-Come osi mettere le tue sporche mani sul figlio di Odino??

-Gesù, ma sei sempre così ciarliero?- disse Flashback, ora davanti a lui.

-Tu…

Altra picchiettata sulle spalle.

-Vuoi vederlo un bel trucco?- chiese Flashback -Sono sicuro che ti piacerà un casino!- disse un altro.

Thor ora era decisamente frastornato. Ovunque voltasse lo sguardo, c’era una copia esatta del suo nemico. Alla fine, decise di risolvere il problema alla radice.

-VIA, miserabili pulci!-urlò, evocò una pioggia di fulmini, sufficienti a vaporizzare all’istante ogni traccia di Flashback! Si guardò intorno, come se volesse sincerarsi di avere veramente fatto un buon lavoro.

Una sonora raffica di applausi salutò il suo sforzo. Decine e decine di Flashback, tutti intorno a lui, dissero all’unisono.

-Complimenti! Faresti furore al 4 Luglio! E ora tocca a noi!

 

-Ma dimmi un po’- disse un Morph-Bozo a Dargo, mentre sempre più numerosi Flashback si ammucchiavano su Thor fino a farlo scomparire. Per ogni dieci che lui ne uccideva, altri venti prendevano il suo posto.

-Ma davvero hai paura di quello ? Basta uno smilzo per tenergli testa!

Dargo sorrise, scosse la testa, e ridacchiò.

E tornò l’oscurità. E con essa, una nuova minaccia, questa volta nella forma di uno sciame di demoni. Le creature, piccole, vagamente umanoidi, dotate di ali affilate e artigli aguzzi, dalla pelle d’ebano, erano concentrate in fitto numero addosso ad una sfera di energie che proteggeva Rintrah e un più che terrorizzato Tyrone. In mezzo a loro, Jean risplendeva come una stella.

Marrina non esitò neppure un istante.

-*sigh*, per favore, Morph, reggimi questo- disse porgendogli il tridente -E non guardatemi. È…imbarazzante.

Gli altri Exiles, che non avevano capito il senso di quella richiesta, ci arrivarono appena videro il corpo di lei espandersi, fino a quando l’armatura non esplose sotto la pressione.

-W-O-W!” ululò Morph nelle spoglie dell’arrapatissimo lupo di Tex Avery. Marrina lo mise a tacere con un ringhio tremendo di un volto deforme, mentre le sue dimensioni continuavano a crescere…

In pochi istanti, al posto della bella sposa di Re Namor, c’era un gigantesco leviatano, un serpente di mare dalle squame dorate dall’aria battagliera, lungo oltre trenta metri!

-Attenti!- gridò Morph istintivamente, ma tutti si stavano già facendo da parte, mentre la creatura si gettava all’attacco. Una di quelle spire avrebbe potuto facilmente stritolarli senza problemi.

Di fronte a quella nuova minaccia, i demoni si dimenticarono delle loro prede…ma non abbastanza in fretta per non essere colpiti dal gigantesco muso corazzato. Andarono a pezzi, imbrattando Marrina di un icore brunastro -e corrosivo, a giudicare dai rivoli di fumo ed i sibili… Ma le squame ressero bene a quella sostanza.

Marrina ruggì, e rinnovò il suo attacco, ma era comunque come cercare di distruggere uno sciame di formiche a pedate.

-Ci metterà una vita, di questo passo- disse Thor, sollevando il martello -È ora di fare un po’ di repulisti!

Mjolnir si illuminò, per poi diventare il centro di una formidabile tempesta di fulmini.

I demoni esplosero in rapida sequenza, come altrettanti chicchi di popcorn.

Marrina si voltò verso il dio del tuono, fissandolo intensamente, brontolando minacciosamente.

-Non sembra proprio grata, vero?- chiese Flashback.

-Con quella faccia lì, non saprei proprio dirlo- rispose Morph, molto tentato di farsi il segno della croce.

Marrina ruggì un’ultima volta, poi la sua titanica forma tremò e tornò rapidamente alle sembianze originali, rivestita della sua armatura…e crollò fra le braccia di Thor, serrando i bicipiti con forza. Gli altri eroi fecero cerchio intorno a loro.

-Fantastico!- esclamò Spider-Girl -Ma perché non lo hai fatto prima? Avremmo risparmiato un sacco di tempo…

Ancora ansando, la guerriera le rivolse uno sguardo durissimo.

-Come hai visto, più a lungo rimango in quella forma, più  perdo il controllo. Altre domande stupide?

-Sì,- chiese Flashback -Come fai a ricostruire la tua armatura?- e si pentì di quella domanda appena si vide tirato per il bavero! Il fiato di lei sapeva effettivamente di pesce, mentre sibilava.

-È la mia pelle, maniaco!

-Placate la vostra ira, guerrieri- disse Rintrah -La cerimonia è quasi completa.

E appena lo ebbe detto, l’oscurità fu riempita da una luce bianca così intensa che anche chiudere gli occhi servì a ben poco!

Poi la luce si ridusse ad una forma precisa, la forma di un meraviglioso uccello fiammeggiante. <Sono qui, come hai chiesto.> La voce della Forza-Fenice raggiunse le menti e le anime dei presenti come un canto meraviglioso e avvolgente. La creatura si librava sopra il corpo di Jean Grey. <Non posso entrare in questa nobile creatura, il suo equilibrio è spezzato.>

-Fenice, il momento è grave-intervenne Rintrah - Sonda i nostri pensieri, e allora saprai perché ti abbiamo evocato.

La cosmica entità obbedì. Ci volle solo un istante, per apprendere la verità. <Capisco. Avete ragione: questa mortale,> puntò il suo sguardo sulla donna comatosa <per amore di questo mondo, darebbe qualunque cosa per disfare una simile situazione, esattamente come per amore fu pronta a patire una morte orribile a suo tempo.

<Il breve tempo trascorso fra voi mi ha insegnato che un singolo atto di bene può disfarne molti di male. È questa la fondamenta della vostra speranza, della fiducia nel futuro. Un futuro che ora, nel momento più buio, non vi può essere negato. Se una forza più grande di voi è riuscita a ferirvi così in profondità, allora una forza ancora più grande lenirà il vostro dolore. E ora, uscite da qui.>

 

Cloak, che per tutto il tempo era rimasto immobile, spalancò improvvisamente il mantello. Rintrah e gli Exiles uscirono di gran carriera.

-E ora, che succederà?- chiese Flashback. Ebbe la sua risposta nel momento in cui la testa di Cloak scattò all’indietro; gli occhi e la bocca si spalancarono in un urlo muto, e vomitarono geyser di luce.

-Dimmi che è una cosa buona, o pio bove- fece Morph, quasi nascondendosi dietro il massiccio mago.

Rintrah annuì solennemente.

-Tyrone Johnson sta accettando la Forza-Fenice. Stiamo assistendo a qualcosa che è concesso a pochissimi mortali.

Il corpo di Cloak sembrò contrarsi su sé stesso…e un attimo dopo, si spalancò completamente, liberando il fuoco della Fenice!

 

Si sparse dal tempio in Asia, in tutte le direzioni, come un fiume inarrestabile.

Ovunque arrivasse il potere della Fenice, successe la stessa cosa: i pochi sopravvissuti di New York, Los Angeles, Tokyo, Roma -tutti videro una mostruosa fiamma riempire il cielo, per poi dividersi in un ardente nubifragio. E solo i dischi volanti, i tripodi e le truppe di terra ne furono annientati! Colpiti con precisione impossibile, o semplicemente spazzati via come mosche da un uragano, le esplosioni soffocate dal ruggito del puro potere.

Non andò meglio alle truppe a terra. I marziani erano telepati, e la voce della Fenice si propagò in ogni livello del loro pensiero, bruciando le loro coscienze fino a quando dei feroci conquistatori non rimasero che ammassi di carne inerte.

 

Dal suo punto di osservazione privilegiato, sulla Luna, Uatu l’Osservatore vide la Terra avvolta dall’Effetto-Fenice, purificatore, maestoso e meraviglioso.

L’Osservatore si permise un raro sorriso.

 

La luce scomparve. Spider-Girl abbassò le braccia usate istintivamente per pararsi.

-È finita?

-È finita- rispose Cloak, non più con una voce tetra, ma limpida e felice. Il suo volto aveva perso la familiare cupezza, e pur mantenendo una sua solennità, era finalmente privo delle sue ombre interiori. Il suo mantello era ora verde, venato di arabeschi dorati. Il simbolo della Fenice spiccava all’altezza della gola.

-È finita, ed io devo ringraziarti, Rintrah- C’era qualcosa di strano nella sua voce, come se ce ne fossero due diverse fuse in una.

-Siamo noi che ti ringraziamo- disse il minotauro -Mi dispiace solo di non poterti avere più a lungo come mio ospite per insegnarti a convivere al meglio con il tuo stato…- ma a quel punto, si stava già rivolgendo al vuoto.

Senza un suono, senza alcun effetto luminoso, ora che la missione era conclusa, gli eroi erano scomparsi..

“Buona fortuna, amici miei,” sussurrò.

 

 

Al di là del tempo

 

Una figura incappucciata stava osservando dozzine di schermi, tutti incentrati sull’azione degli Exiles nella Variante 927.

Le pareti, il pavimento e gli stessi schermi erano parte di un unico, gigantesco cristallo rosaceo che si estendeva in ogni direzione, immergendo la stanza in una allucinante luce rosacea.

L’Agente Temporale si avvicinò lentamente, chinando la testa in segno di rispetto. Era semitrasparente, come se in quel luogo avesse ancora meno sostanza che nella realtà.

-Agente – disse l’essere incappucciato – I soggetti mi sono sembrati un po’ troppo sospettosi, oggi. Nella prossima missione, assicurati di non dare loro motivo di riflettere troppo sugli avvenimenti di oggi.

-Sì, mio signore. Ritiene sia necessario eliminare la presenza di Morph?

L’incappucciato si allontanò dagli schermi per raggiungere la parete trasparente che imprigionava una quantità inimmaginabile di persone.

Cadaveri, per la verità, preservati in uno stato perfetto.

-No, diamo al nostro simulacro il tempo di adattarsi – disse l’incappucciato, accarezzando la teca che conteneva il corpo immobilizzato di Morph.

-Nella peggiore delle ipotesi, lo sostituiremo con qualcun altro.

L’incappucciato camminò ad ampi passi nel palazzo di cristallo, passando di fianco ad una lunghissima serie di cadaveri...centinaia di super-esseri, ancora in costume.

-Abbiamo un’ampia scelta, del resto – concluse l’incappucciato.